Artisti

mercoledì 31 dicembre 2008

This Will Destroy You - This Will Destroy You (2008)

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Entra il 2008 e più guardiamo là fuori, più troviamo un mondo - quello indie - sempre più frammentato e disgregato in micro-scene spesso asfittiche, un mondo afflitto di ansia da hype sempre più effimeri, un mondo di mode, stili e amori che nascono e bruciano nel rapido volgere di una stagione o anche meno; ecco, in un mondo così, è salutare ogni tanto rifugiarsi in quelle poche certezze rimaste intatte.
La certezza del vecchio (?) post-rock, ad esempio; e nemmeno quello più ruvido o math, ma quello fragile, scostante ed emozionale - e pertanto generalmente considerato meno "innovativo" - che abbiamo imparato ad amare, e tuttora amiamo, grazie all'opera di gruppi immensi come Mogwai, Explosions In The Sky, GYBE e compagnia bella. Uno stile che a detta di molti ha già detto tutto. Può darsi, ma va detto tranquillamente che questo disco non è certo dedicato ai cacciatori di "avanguardie" e originalità a tutti i costi.

Si dirà certo che i This Will Destroy You, texani come gli Explosions e con finora un solo Ep all'attivo, non propongono nulla che non sia stato già sentito da anni a questa parte. Assolutamente vero, e ne sono ben consapevoli questi quattro giovanotti che suonano musica "passata di moda" con tutto l'orgoglio necessario, e non senza motivo: il quartetto texano può vantare infatti gran conoscenza della materia e soprattutto un songwriting non di rado degno della sopracitata triade di mostri sacri del genere.

L'avvio è timido, tra apparizioni elettroniche, il passo quadrato della batteria e i fraseggi chitarristici (con melodia vagamente rubata alla indimenticabile "Half Noise" dei Múm) eppure già ci sentiamo come a casa, con tutte le coordinate e i riferimenti al posto giusto, e pronti a goderne. Così, sentendoci subito caldi e sicuri veniamo presto abbagliati dal "solito" climax infuocato. E dopo i droni del secondo brano, ecco che la band inizia a dar vero spettacolo con pezzi di straordinaria bellezza quali "Threads" e "Leather Wings", corpi centrali e pulsanti dell'opera, atti d'amore a uno stile musicale che come pochissimi altri, se ben fatto, sa scavare fino alle corde più profonde dell'anima.

Con "The Mighty Rio Grande" i nostri buttano lì come se nulla fosse un crescendo (con relativa lunga dissolvenza) reiterato che non sfigurerebbe dentro le glaciali parentesi dei sommi Sigur Rós. E se "They Move On Tracks Of Never-Ending Light" batte un po' in ritirata limitandosi a soffici arpeggi e beat elettronici, lungo binari cari nuovamente ai Mùm o a Ulrich Schnauss, c'è il gran finale "Burial On The Presidio Banks" che scalda il cuore. Sconsolata passeggiata lungo sentieri inquieti e instabili che d'improvviso si intestardisce sulla stessa frase, in un crescendo di rabbia, dolore, smarrimento, e si spegne, si riaccende, si infiamma ancora, si arrende. Nella meraviglia, data proprio dalla prevedibilità degli schemi e delle strutture.

E sì, di tutto ciò probabilmente in molti al giorno d'oggi non sapranno che farsene; per chiunque invece ami semplicemente perdersi in una musica che percorre strade arcinote con una grazia e una bellezza spesso dirompenti, l'ascolto clou di questo tremolante inizio 2008 è servito.
By Ondarock

Il loro space: Myspace.com/This Will Destroy You

Tracklist:
1. A Three-Legged Workhorse
2. Villa Del Rifugio
3. Threads
4. Leather Wings
5. The Mighty Rio Grande
6. They Move On Tracks Of Never-Ending Light
7. Burial On The Presidio Banks

Download:
[Rapidshare] This Will Destroy You - This Will Destroy You (2008)

domenica 21 dicembre 2008

E ti chiamaron matta live in Scighera 17/10/2008

Live di Alessio Lega in Scighera, ove è intervistato Gianni Berengo Gardin autore di "Morire di classe" reportage fotografico del 1968 sulla realtà manicomiale italiana, il live ha propio questoscopo. quello di denunciare la "realtà manicomilale" in italia:
Segue la presentazione del disco (che ha lo stesso tema) “E ti chiamaron matta” di Lega e Rocco Marchi che è poi un' interpretazione dell' Ep omonimo di Gianni Nebbiosi del 1971.

Il live dura circa un' ora, le canzoni sono veramente piene di significato ed emotive


Qui potete ascoltarlo in streaming.

e qui potee scaricarlo.

giovedì 4 dicembre 2008

Butch - Papillon EP [GSR073]

Lavorone assurdo di Butch, che ci sforna un EP da urlo! molto elettronico e con suoni di quelli che ti fanno viaggiare per tutto il disco. Ascoltatevelo!









Anteprima:



Tracklist:

1. Butch - Amelie
2. Butch - Osiris
3. Butch - Gag Ball Roll
4. Butch - About This Time

Download:
[Badongo] Butch - Papillon EP

domenica 30 novembre 2008

Paciani - Selecta Italian Reggae Mix 2006

Bellisima e caldissima raccolta di Paciani, Dj Reggae italiano, il mix comprende tant caldi brani reggae italiani (tanti quanti la tracklist qui a lato, son ben 5o!). non perdetevelo!
















Download:
[Rapidshare] Paciani - Selecta Italian Reggae Mix 2006
oppure
[Megaupload] Paciani - Selecta Italian Reggae Mix 2006

martedì 25 novembre 2008

Dj Gruff - La Rapadopa [1993]


"Lo stile è molto importante. Ancor più importante è non aver alcuno stile che, in una persona ben addestrata, significa averli tutti. Lo stile non è uno schema da ripetere all'infinito. L'idea è quella di apprendere lo stile per poi superarlo. Solo in questo modo possiamo progredire verso nuovi livelli di apprendimento." Dal libro Lo Spirito di Shaolin.

Uno nove nove tre... la stagione delle Posse sembrava terminata da un'eternità, quando sulla scena è arrivata dirompente come un uragano estivo "Rapadopa". Dj Gruff è uno della vecchia guardia dell'hip hop nostrano, Torino, la Sardegna, Milano e Bologna sono i luoghi dove Sandro ha lasciato la sua indelebile firma attraverso tutti gli anni ottanta. Beatbox raffinato, break dance e scratches acidi ed alieni lo portano a Bologna nell'Isola Posse Allstars di "Stop Al Panico" che insieme a "Batti Il Tuo Tempo" dell'Onda Rossa Posse di Roma scuote il mercato musicale italiano, salendo nelle classifiche di vendita partendo dal basso e portando al grande pubblico le istanze sociali di un Movimento che urla a gran voce la propria esistenza. Ma come detto, ben presto questa onda si infrange sul muro erettole contro, anche perché subito il mercato prende di petto la situazione ed inizia a produrre dischi rap innocuo ed futile, spostando l'attenzione del pubblico sul veicolo e non più sul messaggio, riuscendo a farlo diventare ben presto una delle tante mode fast-food, mordi e fuggi.

Ma l'hip hop non è mai stato solo e semplicemente un genere musicale, ma è una filosofia che va' presa e vissuta con coscienza e rispetto, giorno dopo giorno; seguendo i Quattro Pilastri che la sorreggono (rap, djing, break-dance e writing) e cercando di dare sempre il meglio di se stessi. Dj Gruff è un guerriero dell'hip hop che vive la filosofia con la profondità di un monaco zen e con la devozione di maestro Shaolin assembla questo vero e proprio Manifesto italiano della filosofia. I compagni di viaggio sono il meglio che la scena propone, per cui all'interno dei solchi della Rapadopa troviamo il feroce hardcore di Kaos One che per la prima volta ringhia le sue liriche in italiano in "Don Kaos", dove l'urgenza di esprimere il proprio disagio arriva anche a farlo bestemmiare o il tarantolato Papa Ricky che soglie febbrilmente le sue invettive anti-ecclesiastiche in "Ho Visto Un Prete"; Esa degli OTR con la sua vocina imberbe disarticola un gioioso racconto delle problematiche che i writers devono affrontare per poter compiere la propria missione o le suadenti voci femminili, quella tagliente e "filosofica" di Carrie D in "La Musica" e quella più maliziosa e morbida de La Pina in "Una Storia Che Non C'Era". Gli amici più fidati di Gruff lo aiutano ad assemblare una serie di brani-intermezzo che oscillano dalla "psichedelia" di "Casino Royale" con Pardo dell'omonima band, così come il pulsante basso di Alessiomanna sempre dei Casino Royale che turbina nel hyper-funk di "B-Boys" o molleggia in quello più seventies di "Cheat" o il caldissimo sax di Dada che attraversa praticamente tutto l'album, entrando ed uscendo dai beats e dialogando spesso con gli scratches di Gruff. Topcat è un rapper giamaicano con una voce profonda che sembra uscire direttamente dal centro della terra ed in "La Cosa Nostra" le sue oscure liriche acquistano una malinconica sensualità che da' i brividi. Il Manifesto dell'hip hop italiano, dicevo e non c'è niente di meglio dell'iniziale title-track per confermare queste mie parole... il trio delle meraviglie Neffa, Deda e Gruff su una base dal funk irresistibile confezionata dalle sapienti mani di Neffa e dal jazz raffinato del sax di Dada, si sciolgono in un free-style che definisce lo stile di più alto livello mai sentito qui da noi fino ad allora, definendo profeticamente le più alte vette che i tre raggiungeranno un anno dopo con il Capolavoro "SxM" a nome Sangue Misto e facendo la storia.

Storia che vedrà la maggior parte dei partecipanti a "Rapadopa" protagonisti nella scena hip hop, con ottimi risultati, ma senza nemmeno più sfiorare la magia che Dj Gruff ha creato nel triennio d'oro 1993-96, regalandoci i più brillanti gioielli di hip hop nostrano di sempre, con il sopraccitato "SxM", il morbidissimo flow di "Zerostress" e con questo autentico Manifesto.

"Senti come suona, come suona, senti come suona... la Rapadopa"


Tracklist:

01. La Rapadopa
02. Faustona
03. Stammi Lontano
04. B Boys
05. La Cosa Nostra
06. La Quiete
07. Don Kaos
08. Radical Intro
09. Senti Bene
10. Tempo per l'Azione
11. Scratch
12. I.P.A.S.
13. La Musica
14. Che Jazz
15. Reminiscin'
16. Body Good
17. Cheat
18. Gariglia
19. CatTop
20. Ho Visto Un Prete
21. Miristica
22. Casino Royale Intro
23. "E di certo..."
24. Una Storia Che Non C'Era
25. Just Tell Me Why


Download: [Megaupload] Dj Gruff - La Rapadopa (1993)


domenica 16 novembre 2008

Fabrizio De Andrè - La Buona Novella [1970 ]

“Nel 1969 scrivevo La buona novella.

Eravamo in piena rivolta studentesca; i miei amici, i miei compagni, i miei coetanei hanno pensato che quello fosse un disco anacronistico. Mi dicevano: "cosa stai a raccontare della predicazione di Cristo, che noi stiamo sbattendoci perché non ci buttino il libretto nelle gambe con scritto sopra sedici; noi facciamo a botte per cercare di difenderci dall'autoritarismo del potere, dagli abusi, dai soprusi." ....

Non avevano capito - almeno la parte meno attenta di loro, la maggioranza - che La Buona Novella è un'allegoria. Paragonavo le istanze migliori e più ragionevoli del movimento sessantottino, cui io stesso ho partecipato, con quelle, molto più vaste spiritualmente, di un uomo di 1968 anni prima, che proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell'autorità si era fatto inchiodare su una croce, in nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali. (omissis)”

Da un' intervista a Fabrizio

E’ impossibile capire “La Buona Novella”, uscita nel 1970, senza calarsi nella situazione storica sia Italiana che mondiale di quegli anni ed ho preferito proporvi le parole dello stesso De Andrè per spiegarne il contesto, piuttosto che dilungarmi in un’analisi personale superficiale e sempliciotta, tratta dai miei ricordi di ragazzina che quegli anni li ha vissuti, di “striscio” ma li ha vissuti.

Posso dire che nel 1968 uccisero Martin Luther King, che eravano in piena guerra del Vietnam, che venne assassinato Robert Kennedy, che i russi invasero la Cecoslovacchia e che dopo qualche mese Jan Palah 21enne studente di filosofia, si cosparge di benzina e si da fuoco in piazza Venceslao per attirare l’attenzione del mondo sul suo paese.

Anni tranquilli, praticamente

De Andrè scrive i testi de “La Buona Novella” basandosi sui “vangeli apocrifi” (letteralmente segreti, nascosti) scritti da storici bizantini, arabi, armeni, greci e non divulgati in quanto già dal IV sec. venivano considerati non adatti a venir compresi dalle masse (da una nota riportata nel disco).Sarà la Chiesa ad attribuire ad “apocrifo” il significato di “falso” per dare spazio soltanto agli scritti degli apostoli.

In questi testi i protagonisti sono persone in carne ed ossa, pieni di unamità e si ha la misura esatta di quanto poco valore avesse la vita di coloro che potere non avevano. Quanto poco valore ha la vita di Maria, sacrificata prima, come un ex-voto, a vivere nel tempio, e data poi in sposa a Giuseppe quando, diventata donna, avrebbe potuto “contaminare” il luogo sacro. E quanto poco valore ha la volontà di Giuseppe stesso, costretto a prendere in sposa una bambina.

I testi si dipanano raccontati da una voce narrante o dagli stessi protagonisti (tutti meno Gesù) con la solita enorme poesia ed ironia che contraddistingue (non voglio usare il passato) i testi di De Andrè. Tutti meno Gesù ho detto: infatti il protagonista assoluto rimane quasi un’entità astratta. Si parla di lui, si parla a lui, ma lui tace. Niente Orto degli Ulivi, niente interrogatorio davanti a Pilato, niente “nelle tue mani rimetto la mia anima”. Lui è raccontato dalla sofferenza degli altri, non si racconta.

Forse questo è un lato che sfugge alla prima occhiata, ma è per me essenziale. Ancora una volta De Andrè ha fatto parlare i derelitti, i diseredati che nella vita e nella morte di quest’uomo hanno trovato una speranza.

“ .... io nel vedere quest’uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l’amore”
("Il Testamento di Tito".. parla uno dei due ladroni)

Tutto vissuto nella pelle dei protagonisti e passando di pelle in pelle.

Siamo nella pelle di Maria quanto racconta quello che

“forse era sogno, ma sonno non era”

O l’arrivo dell’angelo, lo stesso che da piccola al tempio

“le divideva il tempo fra cibo e signore”

Durante l’assenza di Giuseppe (durata 4 anni), che le chiede “Conosci l’estate?”. Dice Maria:

“per un giorno, per un momento corsi a vedere il colore del vento”…

“scendemmo là dove il giorno si perde a cercarsi da solo nascosto tra il verde, e lui parlò come quando si prega. Ed alla fine d’ogni preghiera contava una vertebra della mia schiena"

Il sogno svanisce all’arrivo dei Sacerdoti, con le loro ombre lunghe, incombenti. Rimane solo

“ .... eco lontana di brevi parole. Lo chiameranno figlio di Dio. Parole confuse nella mia mente, svanite nel sogno ma impresse nel ventre”

“E te ne vai, Maria, tra l’altra gente che si raccoglie intorno a tuo passare. Siepe di sguardi che non fanno male nella stagione di essere madre”

Gli anni passano non raccontati, Gesù è stato condannato e sta salendo verso il Golgota. Lungo il cammino di gente ce n’è tanta e i loro sentimenti contrastanti premono e si accavallano. De Andrè ci obbliga a sentirli uno ad uno.

L’odio incontenibile dei genitori dei neonati fatti uccidere da Erode che vorrebbero

“poterti smembrare coi denti e le mani, sapere i tuoi occhi bevuti dai cani, di morire in croce puoi essere grato a un brav’uomo di nome Pilato”

Il dolore annientante delle vedove, le fedeli,

“ .... umiliate da un credo inumano che le volle schiave ancor prima di Abramo, con riconoscenza ora soffron la pena di chi perdonò a Maddalena, di chi con un gesto soltanto fraterno una nuova indulgenza insegno al padreterno”

La viltà degli apostoli che

“ ... confusi alla folla ti seguono muti, tremanti al pensiero che tu li saluti. A redimere il mondo, gli serve pensare, il tuo sangue può certo bastare. La semineranno per mare e per terra, tra boschi e città la tua Buona Novella, ma questo domani, con fede migliore, stasera è più forte il terrore

“Il potere vestito d’umana sembianza
ormai ti considera morto abbastanza
e già volge lo sguardo
a spiar le intenzioni degli umili, degli straccioni.
Ma gli occhi dei poveri piangono altrove:
non sono venuti a esibire un dolore
che alla via della croce ha proibito l’accesso
a chi ti ama come se stesso”.

Ma ci sono uomini che hanno un posto d’onore, non provano pena né si compiacciono nel vedere Gesù che va a morire.

E’ De Andrè che si rivolge direttamente a lui, dicendo:

“perdonali se non ti lasciano solo, se sanno morir sulla croce anche loro. A piangerli non han che le madri, ma in fondo son solo due ladri”.

Se l'album inizia con il corale “Laudate Dominum”, finisce con un “Laudate Hominem”. La musica cambia, finora era dolce e ritmata, ora è urlata. Sono cambiati i tempi, siamo ai giorni nostri, ed è tutta l’umanità che parla.

Racconta del potere che uccide un uomo nel nome di un dio; dell’ucciso che diventa dio egli stesso e nel suo nome altri uomini vengono uccisi.

C’è il rifiuto di questa perversa spirale, c’è la richiesta urlata di una fede che insegni il perdono e la fratellanza:

“non devo pensarti figlio di dio, ma figlio dell’uomo, fratello anche mio”.

“La Buona Novella” è molto più delle righe che ho scritto, non vi resta che prendervi il CD, sedervi e ….
Ascoltare…..

Recensione da Qua



Tracklist:

1.Laudate Dominum
2. L'infanzia di Maria
3. Il ritorno di Giuseppe
4. Il sogno di Maria
5. Ave Maria
6. Maria nella bottega d'un falegname
7. Via della croce
8. Tre madri
9. Il testamento di Tito
10. Laudate Hominem


Download:

[Megaupload] Fabrizio De Andrè - La Buona Novella [1970 ]

Dela - Changes of Atmosphere [2008]

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"Changes of atmosphere".... Vi avviso che i cambiamenti atmosferici della mia stanza , quando ho ascoltato questo disco, sono cambiati sul serio. Parigino come i "Jazz Liberatorz",Dela ,trasmette in 16 traccie tutte le sfumature del jazz facendo capire a pieno la bellezza di questo genere. Rhodes-piano bliss and bouncy, slightly-scuffed drums sono l'essenza di questo disco e bisogna ammettere che i francesi hanno superato anche gl'americani per quanto riguarda le produzioni hip-hop basate sul jazzy e il soulful .Non c'è una traccia che spezzi il naturale cambiamento atmosferico del disco,azzeccatissima la scelta degl'ospiti che sposano le magnifiche melodie che propone Dela.Come in "Clin d’Oeil" (dei Jazz liberatorz), qui, ci troviamo collaborazioni con artisti di notevole spessore quali J-live, Large Pro, J-Sands e Talib Kweli ma non sottovalutate i pezzi con Blu (dei Johnson & Johnson,C.R.A.C. Knuckles), Surreal, Miles Bonny ,Reach, Naledge (Kinds in the Hall) ,Queens connex , Termanology, Les Nubians , John Banzai, Dynas, Lucian, Meemee Nelzy e Supastition.Changes of atmosphere è un disco chè, come ben pochi, si ascolta dall'inizio alla fine senza mai "skippare" alla traccia successiva.


Tracklist:

01 Changes Of Atmosphere (Intro) feat. Liza Garza
02 I Say Peace feat. J-Live
03 Live The Life feat. J. Sands
04 The City feat. J-Live & Surreal
05 Won’t Do feat. Miles Bonny
06 Stress feat. Queens Connex & Termanology
07 Long Life feat. Talib Kweli
08 Veuillez Veiller Sur Vos Reves feat. Les Nubians & John Banzai
09 Vibrate feat. Blu
10 How To Fish feat. Reach
11 The Plan feat. Dynas & Lucian
12 It Is What It Is feat. Naledge
13 Chill feat. Large Professor & Meemee Nelzy
14 Changes Of Atmosphere feat. Supastition
15 Live The Life (Original Mix) feat. J. Sands

sabato 1 novembre 2008

paciani selecta italian reggae 2005

paciani selecta italian reggae 2005





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domenica 26 ottobre 2008

Club Dogo - MiFist [2003]

Il disco dei milanesi Club Dogo ( Sacre Scuole ) è tra i migliori dischi usciti negli ultimi anni e secondo il mio giudizio il migliore del 2003. Un disco che scorre fluido e piacevole sin dal primo ascolto, e che con il ri-ascolto svela profonde riflessioni e liriche ottimamente studiate, con una padronanza stilistica negli intrecci e nel flow che si attesta su livelli ottimi.

I due mc Guercio e Fame migliorano il già buon rap di 3mcs Al Cubo ( Sacre Scuole ) su ottime produzioni di Don Joe che crea basi sulle quali le parole si incastrano che è un piacere. Le 20 tracce spaziano tra vari temi, anche se si sente una forte impronta sociale e di “street life” nel tutto che rende le tracce molto coscienziose e piene di ottimi spunti e citazioni. Vi sono comunque tracce più leggere come LLCD ( Ladie Love Club Dogo ) chiaro riferimento a L.L.Cool J e Selezione all’Ingresso che rilassano un po’ l’atmosfera dell’album e sono piacevoli all’ascolto.

Le 3 tracce più belle secondo il mio giudizio sono :
• la 2° traccia : Cronache di Resistenza ( Hard To Do ) : una ottima traccia sul panorama socio-politico con un riferimento ai fatti di Genova ( "...morti in piazza insabbiano la notizia..." ) e una critica ai media visti come mezzo di dis-informazione più che di informazione.
• La 9° traccia : Indecifrabili - Dangerous ! feat. LamaIslam : un ‘altra ottima analisi e riflessione in metrica con la buona collaborazione di uno degli mc della P.M.C. crew di Bologna ( si vocifera di un possibile CD co-prodotto tra i due gruppi ), un pezzo bello da ascoltare e da sentire.
• la 12° traccia : Vida Loca : un’ottima traccia di “street life milanese” con spunti di riflessione sulla “vida loca” e un ottimo quadro dipinto a rime della società milanese e in senso lato italiana, che c’è ma che non si vuol far vedere …

In conclusione, un album consigliato a tutti, fruibile da tutti gli appasionati del rap, sia a chi ne ascolta poco sia a chi vive di questa roba, anche se chiaramente per i primi sarà un buon modo per passare un ora di musica e i secondi sapranno “leggerlo per quel che è”, un album comunque da avere, la migliore uscita del 2003 fino ad oggi.
Le uniche pecche sono la grafica, purtroppo pessima ( ma è solo un contorno ) e forse un mixaggio base-voce a volte non impeccabile, anche se impercettibilmente.
Un disco, ripeto, da avere a tutti i costi.
Recensione da eminemitalia.it


Tacklist:

01 - Intro
02 - Cronache di Resistenza ( Hard To Do )
03 - Rap Soprano
04 - Qualcosa in mente
05 - Interlude
06 - Sangue e Filigrana featuring Vincenzo “Aken”
07 - Note Killer
08 - Tana 2000 featuring Dargen D’Amico
09 - Indecifrabili - Dangerous featuring LamaIslam
10 - Selezione all’ingresso featuring Don Joe
11 - Interlude
12 - Vida Loca
13 - Kyobo ni Tsuky featuring Donjoe
14 - Massive featuring Sandy DJ
15 - LLCD featuring Donjoe
16 - HardBoiled ( sabotatori )
17 - Totoludè
18 - Ignoranze Verse Pusherz ( 2k ) featuirng Totà Mezzolla
19 - La Stanza dei Fantasmi
20 - Phra ( outro track ) featuring Vincenzo “Aken”.


Download: [Direct Link] Club Dogo - MiFist

venerdì 24 ottobre 2008

Envy - A Dead Sinking Story [2003]

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Un capolavoro. Questo è quel genere chiamato Screamo, il cui nome oggi viene sempre più violentato e affibiato a realtà che non hanno niente a che fare con il suo significato originario. Toglietevi dalla testa quello che oggi viene chiamato Emo, sono grandissime falsità. Ascoltando questo disco forse qualcuno di voi si renderà conto di come l'idea che oggi viene diffusa di questo genere sia estremamente insulsa e priva del valore che aveva in passato. Questa non è musica commerciale, questa è triste rabbia cantata e suonata dal cuore, senza cuoricini rosa e teschietti. Questo è sentimento puro, una malinconica melodia espressa con rabbia e dolcezza, dura e emozionante allo stesso tempo. L'inizio del disco è a dir poco stupendo: "Chain Wandering Deeply" e "Distress Of Ignorance" sono due tracce da pensare insieme, unite nella stessa atmosfera, divine. La prima è il capolavoro del disco, senza dubbio, e non si possono non apprezzare le sue melodie, la voce, gli arpeggi, la triste rabbia (già accennata prima). Tralasciando "Evidence", pura traccia di raccordo, si arriva ad un altra ottima canzone: "Color Of Fetters", schematicamente simile alle precedenti, e piena di melodie altrettanto avvolgenti, immerse nella pienezza emotiva della musica suonata dalla band giapponese. Con "Unrepairable Gentleness" il disco tocca uno degli apici: il pezzo è aggressivo fin dalle prime note, ed è impossibile non rimanere affascinati e sognanti di fronte ad una composizione di tale immensità. L'urlato del cantante non si può descrivere a parole, è in grado di trasmettere quel senso di malinconica e desolante tristezza in maniera spesso molto più aggressiva di quanto faccia un qualunque cantante di generi più violenti e brutali. E il valore di questo disco non finisce qui. "Go Mad And Mark" è l'ennesimo fiore all'occhiello dell'album, più delicata della precedente, per certi aspetti, ma altrettanto immensa. Gli arpeggi di chitarra pulita si fanno più presenti, la voce dà il meglio di sè, con un continuo alternarsi tra angosciante melodia e rabbia urlata a squarciagola. Il pezzo si spegne quasi all' improvviso, come un respiro spezzato dalla morte, proprio quando era normale aspettarsi un ultimo accordo. Sorvolando anche su "Conviction That Speeds", ulteriore raccordo (godibile, comunque) più atmosferico che musicale, stupirsi con "Reasons And Oblivion" a questo punto è d'obbligo. E' incredibile come non ci sia una sola caduta di stile in questo album, come ogni canzone abbia una voce propria, una sua importanza fondamentale. La chiusura, "Will Remains In The Ashes", poi, è perfetta. Dopo uno sfogo di rabbia, intriso di violenta tristezza, il sentimento di questa ultima traccia è più delicato, come se il gruppo volesse raccogliere i frammenti di questa introspezione emotiva, come se tentasse di riflettere, di concludere il viaggio con la consapevolezza di avere espresso tutto sè stesso. Non ci sono parole per valorizzare a fondo questa perla rara, si può solo far tesoro di questa musica e ascoltarla in silenzio, lasciandosi trasportare dalle emozioni.


Tracklist:

1. "Chain Wandering Deeply" - 8:28
2. "Distress of Ignorance" - 5:54
3. "Evidence" - 3:16
4. "Color of Fetters" - 7:19
5. "Unrepairable Gentleness" - 8:10
6. "Go Mad and Mark" - 6:35
7. "A Conviction that Speeds" - 5:27
8. "Reasons and Oblivion" - 5:05
9. "A Will Remains in the Ashes" - 12:44

For the lyrics click here

Download: [MediaFire] Envy - A Dead Sinking Story (2003)

giovedì 23 ottobre 2008

Bassi Maestro - Furia Solista [Demo 1992]

Primo demo di bassi, datatissimo: 1992 in milano, si sente che è il suo primo lavoro, ma ha comunque un buon flow ed è come sempre ironico (caratteristica che caratterizzerà anche i suoi altri lavori).

L' album ha suoni ,e anche qualche testo, ispirato a Strade Di Città degli Articolo 31, come nella canzone Il viaggio di Biancaneve: molto simile a Pifferaio Magico degli Articolo.

In Come Un Treno, Bassi dimostra tutto il suo talento, e tutto il suo disprezzo per gli "scarsi"/"scrausi", un pò come in Contro Gli Estimatori del '96.

Il disco continua poi con beat (sempre prodotti da lui) molto carini e azzeccati fino ad arrivare a Tempo di Svacco she si rifa un pò a Tepo di cazzeggio, sempre del 96.

Un disco da ascoltare per i fan di Bassi e dell' hip hop perchè fa iniziare (assieme agli Articolo) la scena milanese. (poi oh, è un disco abbastanza raro e difficile da trovare)


Tracklist:

  1. Come un treno
  2. Bassi è il nome (feat. Pappa Ciccio)
  3. Fai memoria
  4. Cultura grigia '93
  5. Pompa la folla
  6. Il viaggio di Biancaneve
  7. Troppe cazzate
  8. Tempo di svacco
Download: [MediaFire] Bassi Maestro - Furia Solista (Demo)

Colle Der Fomento - Anima E Ghiaccio [2007]

Da tempo si attendeva questo nuovo lavoro dei Colle der Fomento. Sembrava che l’Ep del 2005 contenente i singoli + Forte delle bombe e Sorridi (qui inclusi entrambi) avrebbe anticipato di poco l’uscita dell’atteso nuovo disco di Danno, Masito e dj Baro, ma i fan hanno dovuto pazientare fino al 2007. Non che dal 1999, anno di pubblicazione di Scienza Doppia H, la crew romana non si sia fatta vedere: come sempre la sua presenza nelle manifestazioni più importanti (vedi il contest 2 The Beat) e nei lavori dei più quotati dj di casa nostra come Dj Shocca (sull’album 60 Hz con il brano Coltelli) o Mr Phil (in Kill Phil con Punti di Domanda, presente anche nel nuovo disco con il remix di dj Argento) non sono mancate. Restava comunque una voglia incontenibile di sentire il trio romano nel terzo album della sua carriera, inaugurata nel 1996 con l’indimenticabile Odio pieno (al tempo così come in Scienza Doppia H ai piatti c’era Ice One, poi diventato Dj Sensei).

Un’attesa sofferta ma totalmente ripagata. Diciotto tracce (fra cui un'intro, uno skit e due remix) per settanta minuti di rap grezzo, libero da fronzoli e che parla chiaro: il Colle è tornato, il tempo non li ha cambiati né tolto loro ispirazione. Roma, la realtà che li circonda, e la loro visione del mondo, temi che da sempre hanno caratterizzato i loro testi: momenti semplici di vita vissuta ma anche versi di rabbia e ribellione per un mondo che non piace. Si respirano le atmosfere cupe degli esordi in brani come Pioggia sempre (prodotta da Turi), Benzina sul fuoco (prodotta da dj Baro) o La Fenice (prodotta da Danno che si dimostra anche un valido beatmaker) con la partecipazione di Don Kaos che regala una strofa dalla ricetta classica con il suo stile inconfondibile.

Un lavoro valorizzato anche dalle collaborazioni con nomi di spicco della scena italiana. Tra i brani più riusciti e significativi di Anima e Ghiaccio c'è Capo di me stesso: su una base scorrevole realizzata da Don Joe (Club Dogo), i due mc capitolini affermano con forza la loro filosofia di vita, trasformando questo pezzo nella naturale continuazione di Quello che ti do (magistrale singolo di Odio pieno). Un contributo importante anche da Mr Phil, produttore di origini inglesi ma operante da anni nella Capitale: le sue creazioni musicali, così come quelle di Baro, sembrano andare a braccetto con le skills al microfono del Colle. Brani come Sorridi e Accanace fanno muovere la testa che è un piacere e i fan, qui come nelle restanti tracce del disco, possono ritrovare lo spirito che nell’hip hop italiano delle major si sta un po’ perdendo: quella semplicità metrica e musicale accompagnata da una profonda ricerca dei contenuti (elaborati più per far riflettere che per intrattenere) che da sempre hanno contraddistinto il genere. Se per i Colle si può parlare di vecchia scuola allora siamo di fronte ai decani, coloro che sono rimasti sempre veri (che non significa sempre uguali) nonostante i cambiamenti delle mode e delle influenze artistiche. Possiamo quindi continuare a cantare senza remore «Dimmi chi è che spacca ogni minuto ogni momento / Il Colle / Quale Colle? / Il Colle der Fomento».

Tracklist:
1. La Forza... (intro)
2. Ghetto Chic
3. Pioggia Sempre
4. Benzina sul Fuoco
5. Più Forte delle Bombe
6. Capo di Me Stesso
7. Solo Amore
8. Accannace
9. La Fenice (feat. Kaos)
10. Questi giorni
11. Punti di Domanda (feat. Il Turco)
12. This joint is for u
13. Fratello dove sei?
14. Sorridi
15. Oggi sono Chiu
16. RM Confidential (feat. Supremo 73)
17. Più Forti delle bo
18. Anima e Ghiaccio


Download: [Megaupload] Colle Der Fomento - Anima E Ghiaccio (2007)

Anteprima:
Colle Der Fomento - Ghetto Chic [Live]

Bassi Maestro - Contro Gli Estimatori [1996]

Classico Hip hop italiano firmato Bassi Maestro, questo cd è veramente un capolavoro.

Il disco ci porta in un viaggio tra avventure scolastiche, come Piccolo Bassi e argomenti più seri come Contro Gli Estimatori, il tutto fornito su beat davvero eccezzionali, stupendi, questo cd è sotto l'aspetto puramente musicare egregio.

Ah, degno di nota anche Tempo Di Cazzeggio che ci fa viaggiare con la mente trasporttandoci sul suo favoloso beat in una giornata di puro "svacco".

Vi presento quindi questo classico italiano.

Tracklist:
01. Gli Estimatori - intro
02.
Meglio Riconoscere
03.
Bella Bassi
04.
Musica Da Camera
05.
Piccolo Bassi
06.
Ad Occhi Aperti
08.
It's Like That Y'All
08.
Rappresento Per il Fine Settimana
09.
Puoi Sentirlo
10.
La Spremuta Col Caffè
11.
Mettiti A Sedere
12.
Niente Amore
13.
Gli Estimatori (outro)
14.
Tempo Di Cazzeggio

Download: [Megaupload] Bassi Maestro - Contro Gli Estimatori (1996)

mercoledì 15 ottobre 2008

Lustro Gigi - ILLUSTO mixtape

Dopo tutto e soprattutto ma piu di tutto continua a farsi sentire la scena foggiana dell'hip hop underground. Dopo il successo ottenuto con "No problem" e "No sense", questa volta a farsi sentire è solo Lustro Gigi, sempre accompagnato dagli inseparabili colleghi della Mic Killarz ("No stress" feat Mec Namara e "Come fai" feat Totò Nasty), con un mixtape di quindici tracce, piu due bonus track firmato Dj Dust.

Lustro sa usare le parole giuste per far satira e per permettere all'ascoltatore di riflettere su questioni delicate, sociali o personali, tutto con quel mix di divertimento che non è mai mancato nella sua giovane carriera di artista.
Ottima la traccia con Didi "poesia di vita", in grado di aprire uno squarcio nel cuore dei piu sensibili, inidirizzandoli verso la strada della poesia, che molte volte è l'unica ad aiutare nei momenti piu difficili.
"Chiacchiere" feat Net attira il fruitore per il suo ritornello orecchiabile e soprattutto per le buone parole spese. Net ha dato un'ottima dimostrazione di sè usando la sua voce particolare e il suo modo di incastrare le rime per ottenere una melodia e un verso che mostrano la bravura in quest'arte, spesso dura!
Nel complesso è un ottimo lavoro, sintomo che l'artista ha ancora tanto da dire e da farci ascoltare. Gli scratch sono stati ideati da Dj Frak e Dj Dust dimostrando la loro maestria in un "mestiere" fatto per passione e amore della musica.

MORE FAYA PER LUSTO!

Download: [Direct Link] Lustro Gigi - ILLUSTO mixtape

martedì 14 ottobre 2008

Rites Of Spring - End On End

Review made in Songs & Stories:

Metà anni '80, Washington DC; il genio dell'Hardcore Ian Mackaye decide finalmente di compiere il passo che cambierà per sempre la storia della musica: quel breve, ma allo stesso tempo duro, passo che porterà dall'Hardcore a quel calderone chiamato Post-Hardcore. Questa svolta epocale però non sarà portata a termine solo da Mackaye e dagli Embrace (la sua formazione post-Minor Threat), ma anche dalla moltitudine di artisti che gravitavano attorno alla sua etichetta discografica (la Dischord), e i Rites Of Spring in questo avranno un ruolo fondamentale, tant'è che è con loro che Mackaye deciderà di formare uno dei gruppi più importanti della storia del Rock moderno dagli anni '80 in poi: i Fugazi.
I Rites Of Spring rappresentano l'elevazione dell'Hardcore ad un nuovo livello, troppe le sfumature della loro musica per essere definiti semplicemente Emocore, del quale sono comunque innegabilmente i padri, o Post-Hardcore, la loro è una delle prime e maggiori manifestazioni della musica Indie!

Il gruppo è guidato da un fantastico Guy Picciotto (voce e chitarra), decisamente distante da quello che sarà poi il cantante dei Fugazi, infatti, se quest'ultimo è un Picciotto tormentato e cupo, quello dei Rites Of Spring è (vocalmente parlando) cattivo e rabbioso, con una voce roca che a tratti si eleva in stranissimi scream da bambino violentato in stile Albini dei Big Black. Il batterista Brendan Canty (un Fugazi anche lui) da anche lui un tocco particolare all'album, con la sua batteria composta da più piatti che pelli e il suo partire con forza per poi finire in dissolvenza.

Le chitarre sono grezze e abrasive, a tratti di stampo quasi Noise, mentre in altri punti si trascinano in poderosi riff che ricordano il Metal. Produzione invece quasi inesistente.
Un altro particolare che segna la svolta dall'Hardcore all'Emocore sono senza dubbio i testi: un'oscuro viaggio tra la contorta mente di Guy Picciotto; la rabbia Hardcore diventa improvvisamente una meticolosa introspezione (e quì si và sulla scia degli Husker Du).
End On End è la ristampa del '91 di Rites Of Spring (primo e unico LP del gruppo) ma con l'aggiunta della straordinaria title-track, cioè sette minuti di rabbia Hardcore mista ad incredibili assoli Noise, e dell'Ep All Through A Life: quattro tracce che forse abbassano leggermente il livello di questa ristampa rispetto all'originale, non per la loro bruttezza, ma per il fatto che siano molto più vicine al sound dei Fugazi che rispetto a quello dei Rites Of Spring.
L'album rimane comunque un classico senza tempo, incredibile e spiazzante ogni volta come la prima... IMMANCABILE!

Voto: 9/10


Tracklist:

1. Spring
2. Deeper Than Inside
3. For Want Of
4. Hain's Point
5. All There Is
6. Drink Deep
7. Other Way Around
8. Theme (If I Started Crying)
9. By Design
10. Remainder
11. Persistent Vision
12. Nudes
13. End on End
14. All Through A Life
15. Hidden Wheel
16. In Silence/Words Away
17. Patience



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and for the LYrics album download:
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lunedì 13 ottobre 2008

Kamal - Frammenti















Download: [Megaupload] Kamal - Frammenti

Kamal - Siete Uomini [Nuovo Singolo]

Nuovo singolo per kamal, la canzone tratta la libertà:

"Nessuon mi può dare la libertà, nessuno mi può dare la pace o la giustizia, se siete uomini prendetevela, non si può separare la pace dall libertà"




Dowload: [Doposit Files] Kamal - Siete Uomini

Side - Sono Le Cinque In Punto (Da Qualche Parte..)

"Che dire.. C'è chi mi conosce come Matt, chi mi conosce come Side, chi mi conosce a malapena e chi non mi conosce nemmeno. Non importa, queste traccie sono rivolte a voi, a tutti voi.

Questo è il MIO cd. Non "un" cd, non "il" cd, semplicemente il MIO : tre lettere maiuscole, che sottointendono il fatto che queste 12 tracks siano figlie del mio essere. Un'anima composta di compact disc, o meglio, di informazioni trasportate da pc o pc. Ore, giorni, mesi, anni di lavoro trasformati in una sequenza di 0 e 1 che si sposta tramite un cavo.

A volte mi viene da ridere, pensandoci bene.

Quando si conclude un lavoro così, si vorrebbe dire tutto ed il contrario di tutto, in poche righe. Poi si vorrebbe scrivere un bel prezzo sulla copertina e vivere di rendita. Sono cazzate ragazzi, ascoltatevi sto cd, diffondetelo, è il miglior modo per ripagare i miei sforzi.. Altroché soldi.

Vadano affanculo tutti i beatmakers avidi, la gente che spaccia per "compenso" una cifra superiore ai 5 euro a cd. La musica è anima, l'anima N-O-N S-I V-E-N-D-E.

Grazie dell'attenzione. Se mi ascolterete, avrò compiuto il mio obiettivo. Vi voglio bene.

Pensato, Scritto, Registrato e Mixato all'-Inside Da Good Muzik Studio- di Sanremo. (Per info traccianonima@yahoo.it)"


Tracklist:
01. Introdursi (Sono le cinque, da qualche parte..)
02. (No More) Heroes
03. Dimmi perchè
04. Cenere alla Cenere (feat. Artik)
05. Ansia da Prestazione
06. Alone (Skit)
07. L'apostrofo Rosa (davanti a 'fanculo)
08. Who Wants To Live Forever
09. Abstract 2 Reality (feat. Maks)
10. Come tutti (feat. Sclero VRC Roma)
11. Il funerale di Hope
12. Outro
13. Ghost Track

Download: Side - Sono Le Cinque In Punto (Da Qualche Parte..)

Sangue Misto - Sxm [1994]

Si parte, alzo la puntina, il piatto gira e faccio abbassare il braccio sul vinile, un leggero fruscio e una melodia cupa lancia nelle casse SXM. Prima track che si aggancia perfettamente alla seconda. Melodia cimiteriale, da cinema horror anni ’70. Ottimo start. La base scivola via così come questa intro che alla fine tanto intro non è. Si scorge sullo sfondo Deda che con voce rituale ripete “ … senti come suona come suona, senti come suooooonaaaa, sangue misto to to to … ”

La bellissima Clima di Tensione ha una base semplicissima che rende bene l’idea di cosa voglia dire "ritmo pulito". Poca cassa, un bel rullante, una melodia di sottofondo danno spunto per rime fantasiose, ben piazzate. I due M.C.'s sono sfolgoranti e gli scratch lo sono altrettanto. Bella produzione.

La terza suppongo sia anche la più famosa. La conoscono tutti. Una base da jam, un Gruff che oltre agli scratch ci ha messo la seconda voce nel ritornello, Neffa che sputa rime come granate, Deda che contorna il tutto. Un prodotto ottimo che si trova in tutte le compilation serie. Anche se la Century Vox ha rotto le palle ai tre per un sacco di tempo, ha il merito di averci fatto conoscere simili bellezze. La fine è accompagnata da un riff di chitarra a mio parere ingombrante ma non fastidiosa. Finisce così Lo Straniero

Altrettanto bella è La Parola Chiave, intenta a far muovere più teste possibile, dove Deda salta su è giù su una base bellissima con il fantastico Gopher D che caccia rime a ragamuffin ( “ … du lu salento sta li … ” ). Il confezionamento degli scratches finali è celestiale e chiude la traccia.

Cani Sciolti, al numero cinque, aperta da una base molto carina, scandita da rullante in grande quantità, offre a Neffa la possibilità di parlare della situazione scomoda nella quale si trova. Non è ancora il momento buono per esprimere tutto lo sconforto che ha; accenna e basta.

Molto funky è la bella Senti Come Suona, la track sei. Oltre a Deda e Neffa appare la voce di Dj Gruff che piazza pure gli scratch. Il tocco jazz lo da il sax di Guglielmo Pagnozzi. Da sentire. Non a tutti piace poiché si dice non sia troppo azzeccato data l’atmosfera cupa del disco.

Inno intramontabile alla marijuana è La Porra. La leggenda vuole che il disco in questione sia stato realizzato giusto per … starci dentro. Si sentono espliciti riferimenti alla protagonista, alla mista, agli effetti allucinogeni e le permanenti sensazioni de benestare ( ha ha … ). La parte più bella è quando viene detto “ … cartina paglia fumo uguale amor … ”. Ottime rime, Neffa è in forma splendida, Deda è potente nell’esprimersi per non parlare di Gruff che è una sorpresa. Pezzo ideale per rilassarsi grazie ad una base molto lenta. Melodica e ben battuta.

In Dopa vede scendere in campo un nome storico: Soulee B. E’ si ragazzi. Bel pezzo, ottimo accoppiamento tra cori italiani e rime in inglese. La base è sempre uguale, non ha grosse variazioni e si presta bene alle rime. Un’altra chiusura con riff di chitarra e basso è riscontrabile.

Ma c’è una traccia ironica per metà e per metà realistica che si fa ben sentire nel disco. Manca Mone è ben riuscita. La mancanza di soldi è evidente. Gruff si esprime con: “ …sto con le tasche vuote, da tempo la mia mano non riscuote, non tocca banconote … [...] … e mi ritrovo in uno stato di cattivo odore, non dico la parola ma è marrone … ”. Il carattere è deciso ma la categoria più alta dell’ M.C. si fa sentire con Deda che entra violentemente nella canzone. Ottimo risultato. Gli scratch finali sono sempre bellissimi e realizzati perfettamente.

Piglia Male ha una grande base davvero. Tutta cassa, niente rullante, con melodia cupa di sottofondo che riprende il discorso principale del disco: il disagio nella società. Voglio ricordare che, dopo questo disco, il tema appena citato apparirà per anni nei dischi dei rappers italiani. Molto lento, tranquillo. Attenti all’evoluzione del vostro stato d’animo mentre ascoltate …

Infine tocca a Fattanza Blu. La noia prende facilmente il sopravvento perché se la lentezza appartiene un po’ a tutte le canzoni, qui si esagera. La base è persistente e le rime, se pur azzeccate, non forniscono alcuna prova di bravura ( dal momento che esercitate altrettanto lentamente ). L’unica grossa pecca del disco. Peccato.

Come outro troviamo Notte che riprende nuovamente il sax di Pagnozzi tra le sue spire. Una base ottima, liscia. Sarebbe come la traccia dal titolo Senti Come Suona; un riff diverso, un mixaggio simile all’appena citata e una voce di sfondo che appartiene a Neffa.

Recensione da: EminemItalia


Tracklist:
01) Sxm
02) Clima Di Tensione
03) Lo Straniero
04) La Parola Chiave
05) Cani Sciolti
06) Senti Come Suona
07) La Porra
08) In Dopa
09) Manca Mone
10) Piglia Male
11) Fattanza Blu
12) Notte


Download: [Megaupload] Sangue Misto - Sxm [1994]

domenica 12 ottobre 2008

CANZONE DEL MAGGIO [Versione Censurata]

Come forse voi sapete, la Canzone Del Maggio di De Andrè, all'uscita del suo disco Storia Di Un Impiegato, è stata censurata, in quanto troppo esplicito e diretto:

La Canzone Del Maggio è una canzone d'accusa verso la società di allora (ma anche dell'attuale, dal '73 quand'è usscita questa canzone non è cambiato nulla, anzi le cose son peggiorate...);

è una canzone rivolta agli individui che non fanno nulla per migliorare la società, a quei individui che tengono in piedi il sistema, che non fanno nulla per migliorarlo.

Come poteva quidi essere pubblicata una canzone di questo tipo, una canzone di lotta, una canzone contro il sistema?! la canzone qunque non uscì e Fabrizio dovette rielaborarla per renderla meno esplicita....


Ecco il testo della versione censurata: CANZONE DEL MAGGIO [Versione Censurata]

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto guardare in terra
se avete deciso in fretta
che non era la vostra guerra
voi non avete fermato il tempo
gli avete fatto perdere tempo.

E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
voi siete stato lo strumento
per farci perdere un sacco di tempo.

Se avete lasciato fare
ai professionisti dei manganelli
per liberarvi di noi canaglie
di noi teppisti di noi ribelli
lasciandoci in buonafede
sanguinare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
se sono rimasti a posto
perfino i sassi nei vostri viali
se avete preso per buone
le "verità" dei vostri giornali
non vi è rimasto nessun argomento
per farci ancora perdere tempo.

Lo conosciamo bene
il vostro finto progresso
il vostro comandamento
"Ama il consumo come te stesso"
e se voi lo avete osservato
fino ad assolvere chi ci ha sparato
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
voi non potete fermare il tempo
gli fate solo perdere tempo.


Ed ora, anche la canzone: Clicca per ascoltare e scaricare la verione censurata

martedì 7 ottobre 2008

In This Moment - Beautiful Tragedy [2007]

Mention the phrase "woman" in the context of a metal band, and most people will probably laugh or snort in disdain at the mere mention of a female being in a metal band.

There are a handful of successful females in metal. Bands like Nightwish, Lacuna Coil, Otep, Walls of Jericho are all fronted by women. They all have considerable fanbases, and great albums.

In This Moment should be placed right alongside these well-known female fronted bands.

In This Moment, admittedly, does not do anything particularly new on their debut album Beautiful Tragedy. But it how well they combine elements of metal and rock to create an album that is not only beautiful, but brutal at times.

What makes In This Moment so good is their ability to seamlessly move from pounding metal riffing into sing-along choruses. There may be plenty of people who decry the use of singing in today's metal, but frontwoman Maria Brink's singing voice is nearly angelic at times. She sings with passion, with fire, and desire. She may not have the vocal capabilities of Cristina Scabbia or even the range of Amy Lee, but she her vocal melodies flow extremely well over the pulsating rhythms beneath her.

The guitar work is a mix of Unearth-like brutality - dual guitars that chug away with blistering riffs, fast harmonized passages and the occasional solo - to what I can only describe as straight up rock playing. That is, their choruses are often, though not always, simple, fast-ish strumming patterns. This allows for Maria to sing high and mighty over it all, and it's good that they let as previously mentioned. Drumming on this album is pretty much standard metal fare with lots of double bass, snare hits and crashing cymbals while the bass does it's job of getting lost in the mix more often than not.

The low point of the album, besides the bass playing or lack thereof is potentially Maria's screaming. There are plenty of times where one might, or will, cringe when she screams. Sometimes it appears as if she is straining to scream, or is not quite hitting higher notes that she wants to hit. Her screaming voice is certainly something of an acquired taste. I'm sure it will not please many metal purists/fans/whatever, but I strongly feel that the rest of the album is great enough to overlook her occasional foray into sounding like a Harpy.

Standout tracks on this album would include Prayers, an upbeat, fast paced number with great singing in the verse, Beautiful Tragedy with a wonderful clean guitar intro, is certainly the most 'rock' oriented song on the album, Daddy's Falling Angel which is an ***-kicking ride throughout, and Next Life which is arguably the heaviest, or at least the second heaviest track on the album.

To sum up: They may not be breaking any new ground here, but the path they are following is certainly an enjoyable mix of singing and headbanging along.

Tracklist:
1. In This Moment - Whispers of October (01:06)
2. In This Moment - Prayers (03:46)
3. In This Moment - Beautiful Tragedy (04:01)
4. In This Moment - Ashes (03:51)
5. In This Moment - Daddy's Falling Angel (04:12)
6. In This Moment - The Legacy of Odio (04:07)
7. In This Moment - This Moment (03:58)
8. In This Moment - Next Life (03:58)
9. In This Moment - He Said Eternity (03:51)
10. In This Moment - Circles (04:11)
11. In This Moment - When the Storm Subsides (04:44)

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In This Moment - The Dream (2008)

With 'Beautiful Tragedy' the year 2007 turned out quite succesfull for In This Moment. Basically, it's a pretty young band, founded in 2005, though that does not have to mean a lot. Their major debut was solid and is still a fun listen. Metalcore with female vocals is not really a brand spanking new invention, but it's still a bit unusual. A pleasing singing voice with quite powerful shouts, combined with typical metalcore-rythms and arrangements, that was In This Moment anno 2007. With 'The Dream' the band presents their follow up album, which fans and critics alike are looking forward to and wonder how it actually turns out.

More or less the album follows an Alice in Wonderland scheme. The intro 'The Rabbit Hole', the artwork overall but especially the promotion pictures with singer Maria Brink suggest that. The songs and lyrics relate to everyday situation and topics like life on tour, love and the like. Not really different to the precessor. But, what the listener will notice on the first spin through: the way the lyrics are presented has changed a lot. Shouts and screams are almost completely gone, apart from two songs all vocals are clean. From all the songs, 'The Great Divide' resembles the style of the former album the most, and also the small breakdown-ish part in 'Her Kiss' hints toward that style. The rest of the vocals are 100% clean though. This is not really a bad thing, as the voice of Maria Brink is not bad. Some fans will miss the combination of clean female vocals and shouts, which was obviously for many the interesting part about the band. If all this is change for the better will be up to personal taste.

The vocals are not the only thing that changed, as the general sound of the band has moved away form metalcore, breakdowns and similar song elements. The guitarists Chris Howorth and Blake Bunzel have found the old treats of metal and rock, and construct a sound that reminds of hard rock and old-school heavy metal. A lot. Overall everything sounds more rock-like, every now and then paired with classic guitar solos or leads. The songs got catchier, almost with plain pop-appeal. Which the rythmsection reflects as well. We have a solid foundation here, but drummer Jeff Fabb keeps a more low profile compared to previous efforts. The same goes for bassist Jesse Landry. A very good example for the new style is the opener 'Forever', which is available for streaming on the bands MySpace page for quite a while now. Catchy riffs, almost siren-like vocals. The perfect single. Like mentioned earlier, most similar to the songs on 'The Beautiful Tragedy' is 'The Great Divide'. It showcases the combination of clean vocals, shouts, driving double-bass, heavy riffs and hymn like parts fans liked about the older songs of the band. If that will be enough to please their old fans, is yet to be seen. In the more rock-like context the ballad 'Into The Light' does not feel as misplaced as it may have before. It shows the voice Maria Brink accompanied by piano and string arrangements. This really supports her voice, a little pause, stepping on the brakes. It's actually very pleasing.

Still, it's yet to be seen how the overall work will be recieved. Some will surely say it's too mellow and rock-like. Not enough shouts and heavy passages. Others will welcome the more mellow stance, incorporating more rock and classical metal elements, which makes it overall more accessible. If you're in the former or latter group after the dreamy sounds of the title track, will be up to personal taste. It's a fact though: with 'The Dream' the band emerges from the swamp of metalcore-like bands, and presents a quite entertaining metal/hard-rock album. The more dominant clean vocals, the sometimes sophisticated guitar riffs showcase some of the bands better qualities. Overall it's not ground breaking, but solid.

If you wanna spare a listen, try these songs: 'Forever', 'Her Kiss', 'Lost At Sea'.

Tracklist:
1. The Rabbit Hole ( 1:00)
2. Forever ( 4:21)
3. All For You ( 4:55)
4. Lost At Sea ( 3:46)
5. Mechanical Love ( 3:37)
6. Her Kiss ( 4:30)
7. Into The Light ( 4:12)
8. You Always Believed ( 3:40)
9. The Great Divide ( 4:11)
10. Violet Skies ( 3:56)
11. The Dream ( 4:42)

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mercoledì 1 ottobre 2008

Fabrizio De André - Rimini

La capacità di evocare è forse una delle qualità più importanti che un cantautore, un poeta, o chiunque si cimenti con un determinato tipo di scrittura possa avere. Evocare ricordi, momenti vissuti, oppure attimi che prescindono dall'esperienza, creati dalla fantasia con l'ascolto o la lettura. Dopo "Volume VIII" Fabrizio De André pubblica nel 1978 "Rimini", che trasporta l'ascoltatore dai rimpianti di una Rimini felliniana, fino alle atmosfere da indiani d'America di Coda di lupo, arrivando ai viaggi di Sally tra "zingari del bosco" e "bambole che adescavano i signori". Ascoltare questo disco ad occhi chiusi, lascia la fantasia libera di viaggiare tra una serie di immagini che riescono a riportare alla mente cose magari totalmente differenti anche solo da una strofa all'altra. La poesia di Faber raggiunge punte elevatissime nella title track, storia della "figlia del droghiere", costretta ad "abortire il figlio del bagnino e poi guardarlo con dolcezza"; in "Coda di lupo", che attraverso la storia dell'iniziazione di un indiano ricorda la generazione di ragazzi cresciuti negli anni di piombo; in "Andrea", dall'atmosfera quasi fiabesca, che racconta la storia di un amore omosessuale sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale. Non solo le parole rivestono un ruolo fondamentale in questo disco: la chitarra di "Rimini" sembra ricamata sulle parole di Fabrizio, così come la musica popolare di "Volta la carta" e "Zirichiltaggia" riesce a coinvolgere facilmente l'ascoltatore.

Tracklist:
  1. Rimini (04:07)
  2. Volta la carta (03:49)
  3. Coda di lupo (05:24)
  4. Andrea (05:31)
  5. Tema di Rimini (01:51)
  6. Avventura a Durango (04:51)
  7. Sally (04:48)
  8. Zirichiltaggia (02:18)
  9. Parlando del naufragio della London Valour (04:41)
  10. Folaghe (02:59)

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Fabrizio De André - Le nuvole

Lungamente atteso, 6 anni dopo "Creuza de ma", esce questo originale album, che ad un primo ascolto sembra un'accozzaglia dei generi più svariati di canzoni, senza alcun legame. Ben presto però si profilano due parti ben distinte: una di denuncia, quasi tutta in italiano, l'altra "etnica". La prima parte si apre e si chiude con un coro di cicale che simboleggia l'unica "vibrante protesta" rimasta in un paese che va allo sfascio. "Le nuvole" è una poesia, recitata da due voci di donna con lieve accento sardo, su un sottofondo che dalle cicale iniziali si evolve in un sinfonico crescendo di archi. "Ottocento" è in realtà piuttosto settecentesca, rococò, proprio per ridicolizzare con ironia tagliente l'ottusità di questi tempi dove i vincenti sono "bronzi di Versace" capaci di "giocare in borsa e di stuprare in corsa", tempi frivoli come la fine del '700, e per di più privi di un Mozart. La satira si fa sempre più demenziale, fino al delirante tedesco maccheronico e allo "Jodel" che chiudono il brano.

Poche note di pianoforte (Tchaikovskij) portano a "Don Raffaè", in cui la satira diventa tremendamente attuale: il secondino Pasquale Cafiero (cognome non casuale) non crede nello Stato ma solo a quell'uomo "geniale, sceltissimo e immenso" che è appunto il boss della camorra Don Raffaè, l'unico capace di fare giustizia, e di "dare conforto e lavoro". E' una tarantella cantata in napoletano, con accompagnamenti bandistici (tipo la vecchia "Bocca di rosa"). Lo stesso intermezzo pianistico introduce "La domenica delle salme", e qui non c'è neanche più la forza della satira, ma solo la desolazione agghiacciante e totale di un'Italia, e di un mondo, ormai completamente "normalizzati", dove l'Utopia è ormai un cadavere e su tutto regna una "pace terrificante", il silenzio delle idee. La canzone ha ormai 14 anni, ma ogni giorno diventa più attuale.

Seconda metà del disco: quella "etnica", dialettale. Non è un seguito di "Creuza de ma": in genovese sono solo "Megu megun" (Medico medicone), strana figura di medico ipocondriaco, musica orientaleggiante, affine a "Jamin-a", e "A cimma", bizzarra storia di un cuoco che crea il suo capolavoro (la cima, complicato piatto genovese) con fede quasi mistica, e si commuove quando i camerieri la portano via. Non può essere che in napoletano "Nova gelosia", un classico ripreso da Roberto Murolo (che ricambierà cantando "Don Raffaè"). Grande interpretazione, specie per un non napoletano. E' invece in sardo "Monti di Mola", idilliaca e sincera storia d'amore tra un giovane pastore e una bellissima asina dal mantello chiaro, sufficiente però a scatenare l'invidia dei paesani. Disco variegato, forse un po' disorganico, ma di grande qualità. Coautore, come in "Creuza de ma", è l'ex P.F.M. Mauro Pagani.

Tracklist:

  1. Le nuvole (02:16)
  2. Ottocento (04:56)
  3. Don Raffae' (04:08)
  4. La domenica delle salme (07:35)
  5. Mégu megún (05:21)
  6. La nova gelosia (03:04)
  7. 'Â çimma (06:18)
  8. Monti di mola (07:45)

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martedì 30 settembre 2008

Frankie hi nrg MC - La morte dei miracoli

Altro Classico italiano!
Un invito alla prudenza: bastano pochi secondi di ascolto e vi ritroverete intrappolati nell'area Hip Hop di Frankie Hi Energy MC, che in questo suo lavoro ha sintetizzato ritmi decisamente accattivanti.
Il viaggio all'interno della "Morte dei miracoli" comincia con un'originale prova tecnica.
In "Quelli che benpensano" con immagini suggestive e' denunciato un arrivismo dilagante in un mondo in cui gli ultimi non saranno i primi in base alla promessa biblica, ma resteranno 'gli ultimi se i primi sono irraggiungibili'.
Decisamente negativo il giudizio sulla TV e il testo di "Accendimi" parla chiaro: piu' che strumento di comunicazione la televisione risulta essere una centrifuga di immagini e illusioni, capace solo di annientare la personalita' di quanti rivendicano il proprio posto in prima fila.
Dopo il periodo delle 'Posse', termina l'attacco sistematico ai governanti, ma qualcosa riaffiora in "Giu' le mani da caino", dove le opinioni del singolo sono accolte dai 'vertici' solo se fa comodo, ma in questo caso il vero bersaglio e' una maggioranza di sedicenti cristiani che continuano, con il loro tacito assenso, a sostenere l'esistenza della pena di morte.
"Manovra a tenaglia" descrive improbabili metodi contraccettivi, la cui affidabilita' e' ampiamente illustrata nelle "Note psichedeliche d'ambiente".
"Il beat come anestetico" presenta la vera identita' di 'Phrankee': un alchimista di ritmi, che smonta e ricompone il beat a suo piacimento... e l'effetto e' garantito!
I miracoli muoiono e l'angoscia sale con "La cattura", presente nel compact in due versioni; quella non ufficiale, piu' aggressiva, e' posizionata sulla traccia 69 (ogni riferimento a numeri o posizioni e' puramente casuale, n.d.a.).
"Autodafe'" e' un viaggio introspettivo compiuto a bordo di sonorita' decisamente confortevoli, ma se l'energia trasmessa nelle tracce precedenti non vi basta, con "Cali di tensione" rischiate l'overdose. Per potenziare il successo del brano "Fili" Frankie ha pensato bene di iniettare un campione di "Questione di feeling" con la voce di Riccardo Cocciante.
Notevole il contributo di Dj Stile e Ice One, che hanno suonato i vinili presenti nei brani.



Tracklist:
  1. Incipit - (01:49)
  2. Quelli che benpensano feat. Riccardo Sinigallia - (04:10)
  3. Cubetti tricolori - (01:14)
  4. Accendimi - (05:08)
  5. Giù le mani da Caino - (04:39)
  6. Manovra a tenaglia - (02:10)
  7. Il beat come anestetico - (03:36)
  8. La cattura - (03:03)
  9. Area 51 - (01:29)
  10. Autodafé - (04:02)
  11. Cali di tensione - (04:21)
  12. Note psichedeliche d'ambiente - (01:34)
  13. Fili - (03:20)
  14. Outcipit - (00:39)
  15. Quelli che benpensano (Ice One remix) - (04:13)
  16. Quelli che benpensano (Dj Stile remix) - (04:16)
  17. Autodafé (Dj Stile remix) - (03:19)
  18. Autodafé (Ice One remix) - (03:31)
  19. Traccia bonus (La cattura) - (02:13)
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domenica 28 settembre 2008

De Andrè - La Canzone Di Marinella

"Siamo nel 1970, nel pieno della contestazione studentesca. L'artista più controcorrente, per giunta ateo, compone un concept album sulla vita di Gesù Cristo. Ciò che sconvolge maggiormente la Chiesa più bigotta è il fatto che l'album è ispirato non ai 4 vangeli canonici, ma a quelli apocrifi. Viene dato di conseguenza maggior spazio a personaggi minori, mentre quelli più importanti (come la Madonna) acquistano sfumature psicologiche diverse da quelle che la tradizione ci ha tramandato.

Si possono trovare 2 temi principali: le prime 5 canzoni riguardano tutte le vicende che precedono la nascita di Gesù, mentre le restanti 5 trattano della sua morte.

Un opera in cui si mischia perfettamente sacro e profano, denso di un messaggio universale di amore e fratellanza, attuale oggi come 30 anni fa.


Per approfondire la recensione"

Tracklist:
  1. La canzone di Marinella (03:11)
  2. La ballata dell'eroe (02:40)
  3. Il fannullone (03:37)
  4. Amore che vieni, amore che vai (02:40)
  5. La guerra di Piero (03:25)
  6. Valzer per un amore (Valzer campestre) (03:40)
  7. E fu la notte (02:03)
  8. Il testamento (04:06)
  9. La ballata del Michè (02:44)
  10. Fila la lana (02:22)
  11. La canzone dell'amore perduto (03:40)
  12. La città vecchia (03:21)
  13. Per i tuoi larghi occhi (02:33)
  14. La ballata dell'amore cieco (o della vanità) (02:50)
  15. Nuvole barocche (02:26)
  16. Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers (05:19)
Download:
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giovedì 25 settembre 2008

[2003] Faber - Amico fragile - 12 Marzo 2000


Cd diviso in due parti questo, "cd bianco" e "cd nero", entrambi in tributo al cantautore anarchico genovese Fabrizio De Andrè, registrato ad un live in genova, l'ambum contiene una quarantina di canzoni del cantautore genovese cantate da suoi amici o fan.

Obbligato l'ascolto ad ogni fan di De Andrè, due cd di successi così non deludono mai!


Tracklist:

CD NERO
1. INTRO (Vasco Rossi)
2. AMICO FRAGILE (Vasco Rossi)
3. KHORAKHANE’ (Fiorella Mannoia)
4. LA CATTIVA STRADA (Jovanotti)
5. SIGNORE IO SONO IRISH (Vittorio De Scalzi)
6. VIA DEL CAMPO (Enzo Jannacci)
7. UNA STORIA SBAGLIATA (Loredana Bertè)
8. CANZONE PER L’ESTATE (Edoardo Bennato)
9. LA BALLATA DELL’AMORE CIECO (Francesco Baccini)
10. CANZONE DEL PADRE (Oliviero Malaspina)
11. ANDREA (Massimo Bubola)
12. SINDUN (Mauro Pagani)
13. CREUZA DE MA (Mauro Pagani / Cristiano De Andrè)
14. KING (Gian Piero e Roberta Alloisio)
Download:[Deposit Files][2003] Faber - Amico fragile - CD Nero

CD BIANCO
1. LA GUERRA DI PIERO [INTRO] (Adriano Celentano)
2. LA GUERRA DI PIERO (Adriano Celentano)
3. HO VISTO NINA VOLARE (Zucchero)
4. IL PESCATORE (P.F.M.)
5. LA CANZONE DELL’AMOR PERDUTO (Gino Paoli)
6. AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI (Franco Battiato)
7. RINGRAZIAMENTI (Fabio Fazio)
8. BOCCA DI ROSA (Ornella Vanoni)
9. LA ROMANCE DE MARINELLE (Roberto Ferri)
10. LA BALLATA DEL MICHE’ (Teresa De Sio)
11. INVERNO (Cecilia Chailly)
12. VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE (Eugenio Finardi)
13. GEORDIE (Mercanti di Liquore)
14. HOTEL SUPRAMONTE (Roberto Vecchioni)
15. FIUME SAND CREEK (Ligabue)
Download: [Deposit Files] [2003] Faber - Amico fragile - Cd Bianco