Poche note di pianoforte (Tchaikovskij) portano a "Don Raffaè", in cui la satira diventa tremendamente attuale: il secondino Pasquale Cafiero (cognome non casuale) non crede nello Stato ma solo a quell'uomo "geniale, sceltissimo e immenso" che è appunto il boss della camorra Don Raffaè, l'unico capace di fare giustizia, e di "dare conforto e lavoro". E' una tarantella cantata in napoletano, con accompagnamenti bandistici (tipo la vecchia "Bocca di rosa"). Lo stesso intermezzo pianistico introduce "La domenica delle salme", e qui non c'è neanche più la forza della satira, ma solo la desolazione agghiacciante e totale di un'Italia, e di un mondo, ormai completamente "normalizzati", dove l'Utopia è ormai un cadavere e su tutto regna una "pace terrificante", il silenzio delle idee. La canzone ha ormai 14 anni, ma ogni giorno diventa più attuale.
Seconda metà del disco: quella "etnica", dialettale. Non è un seguito di "Creuza de ma": in genovese sono solo "Megu megun" (Medico medicone), strana figura di medico ipocondriaco, musica orientaleggiante, affine a "Jamin-a", e "A cimma", bizzarra storia di un cuoco che crea il suo capolavoro (la cima, complicato piatto genovese) con fede quasi mistica, e si commuove quando i camerieri la portano via. Non può essere che in napoletano "Nova gelosia", un classico ripreso da Roberto Murolo (che ricambierà cantando "Don Raffaè"). Grande interpretazione, specie per un non napoletano. E' invece in sardo "Monti di Mola", idilliaca e sincera storia d'amore tra un giovane pastore e una bellissima asina dal mantello chiaro, sufficiente però a scatenare l'invidia dei paesani. Disco variegato, forse un po' disorganico, ma di grande qualità. Coautore, come in "Creuza de ma", è l'ex P.F.M. Mauro Pagani.
Tracklist:
- Le nuvole (02:16)
- Ottocento (04:56)
- Don Raffae' (04:08)
- La domenica delle salme (07:35)
- Mégu megún (05:21)
- La nova gelosia (03:04)
- 'Â çimma (06:18)
- Monti di mola (07:45)
Download: [Megaupload] Fabrizio De André - Le nuvole
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