Lu salentu brucia davvero quando entrano in scena loro, i Sud Sound System che, dopo 17 anni di carriera sfornano ancora ottimi lavori e, peggio di una taranta che si impossessa dei corpi rendendoli vittime di una danza sfrenata, sono capaci di far ballare anche i più restii al movimento. Il nuovo lavoro si chiama “Dammene Ancora” e sembra proprio un invito al non fermarsi mai, a saltare ancora, a urlare contro ciò che non va bene, ma anche a divertirsi, a godere del sole e della naturalità della nostra terra primordiale. La loro grandezza sta proprio nel farci gioire pur cantando cose serie, anche tristi; non sono pesanti, affatto demagogici ma capaci di renderci arrabbiati ridendo, senza deprimerci.
Oggi più di ieri ci accorgiamo di tutte le ricercatezze e le accortezze che la band ha maturato negli anni e che rende “Dammene Ancora” un album più raffinato rispetto alle prime produzioni; nuovi arrangiamenti e basi più curate mischiano generi e lingue differenti: italiano, dialetto salentino, inglese e giamaicano, perfette contaminazioni tra culture lontane, tra vecchio e nuovo, tra tradizione e cemento.
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Ancora una volta i testi raccontano non solo il salento, ma la madre terra spesso in pericolo come in “me piaci mare” ; parlano di problematiche sociali in “Violenza, crimini, e povertà”, “La ballata del precario” o in “Lu business comanda”; riportano romantiche dichiarazioni d’amore in “Lu profumo tou”, che diventa un messaggio d’amore universale, e passione corporea in “Te paru a mie”.
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Le diciotto tracce che riempiono l’album, alla fine sembrano avere un effetto epurativo. Come riuscendo a farci entrare in un antico rituale, ci portano via i cattivi pensieri, ci danno l’idea del sole anche se fuori piove e sembrano volerci dire che il mondo è brutto, ma nonostante tutto la musica ci salva sempre.
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