Artisti

mercoledì 31 dicembre 2008

This Will Destroy You - This Will Destroy You (2008)

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Entra il 2008 e più guardiamo là fuori, più troviamo un mondo - quello indie - sempre più frammentato e disgregato in micro-scene spesso asfittiche, un mondo afflitto di ansia da hype sempre più effimeri, un mondo di mode, stili e amori che nascono e bruciano nel rapido volgere di una stagione o anche meno; ecco, in un mondo così, è salutare ogni tanto rifugiarsi in quelle poche certezze rimaste intatte.
La certezza del vecchio (?) post-rock, ad esempio; e nemmeno quello più ruvido o math, ma quello fragile, scostante ed emozionale - e pertanto generalmente considerato meno "innovativo" - che abbiamo imparato ad amare, e tuttora amiamo, grazie all'opera di gruppi immensi come Mogwai, Explosions In The Sky, GYBE e compagnia bella. Uno stile che a detta di molti ha già detto tutto. Può darsi, ma va detto tranquillamente che questo disco non è certo dedicato ai cacciatori di "avanguardie" e originalità a tutti i costi.

Si dirà certo che i This Will Destroy You, texani come gli Explosions e con finora un solo Ep all'attivo, non propongono nulla che non sia stato già sentito da anni a questa parte. Assolutamente vero, e ne sono ben consapevoli questi quattro giovanotti che suonano musica "passata di moda" con tutto l'orgoglio necessario, e non senza motivo: il quartetto texano può vantare infatti gran conoscenza della materia e soprattutto un songwriting non di rado degno della sopracitata triade di mostri sacri del genere.

L'avvio è timido, tra apparizioni elettroniche, il passo quadrato della batteria e i fraseggi chitarristici (con melodia vagamente rubata alla indimenticabile "Half Noise" dei Múm) eppure già ci sentiamo come a casa, con tutte le coordinate e i riferimenti al posto giusto, e pronti a goderne. Così, sentendoci subito caldi e sicuri veniamo presto abbagliati dal "solito" climax infuocato. E dopo i droni del secondo brano, ecco che la band inizia a dar vero spettacolo con pezzi di straordinaria bellezza quali "Threads" e "Leather Wings", corpi centrali e pulsanti dell'opera, atti d'amore a uno stile musicale che come pochissimi altri, se ben fatto, sa scavare fino alle corde più profonde dell'anima.

Con "The Mighty Rio Grande" i nostri buttano lì come se nulla fosse un crescendo (con relativa lunga dissolvenza) reiterato che non sfigurerebbe dentro le glaciali parentesi dei sommi Sigur Rós. E se "They Move On Tracks Of Never-Ending Light" batte un po' in ritirata limitandosi a soffici arpeggi e beat elettronici, lungo binari cari nuovamente ai Mùm o a Ulrich Schnauss, c'è il gran finale "Burial On The Presidio Banks" che scalda il cuore. Sconsolata passeggiata lungo sentieri inquieti e instabili che d'improvviso si intestardisce sulla stessa frase, in un crescendo di rabbia, dolore, smarrimento, e si spegne, si riaccende, si infiamma ancora, si arrende. Nella meraviglia, data proprio dalla prevedibilità degli schemi e delle strutture.

E sì, di tutto ciò probabilmente in molti al giorno d'oggi non sapranno che farsene; per chiunque invece ami semplicemente perdersi in una musica che percorre strade arcinote con una grazia e una bellezza spesso dirompenti, l'ascolto clou di questo tremolante inizio 2008 è servito.
By Ondarock

Il loro space: Myspace.com/This Will Destroy You

Tracklist:
1. A Three-Legged Workhorse
2. Villa Del Rifugio
3. Threads
4. Leather Wings
5. The Mighty Rio Grande
6. They Move On Tracks Of Never-Ending Light
7. Burial On The Presidio Banks

Download:
[Rapidshare] This Will Destroy You - This Will Destroy You (2008)

domenica 21 dicembre 2008

E ti chiamaron matta live in Scighera 17/10/2008

Live di Alessio Lega in Scighera, ove è intervistato Gianni Berengo Gardin autore di "Morire di classe" reportage fotografico del 1968 sulla realtà manicomiale italiana, il live ha propio questoscopo. quello di denunciare la "realtà manicomilale" in italia:
Segue la presentazione del disco (che ha lo stesso tema) “E ti chiamaron matta” di Lega e Rocco Marchi che è poi un' interpretazione dell' Ep omonimo di Gianni Nebbiosi del 1971.

Il live dura circa un' ora, le canzoni sono veramente piene di significato ed emotive


Qui potete ascoltarlo in streaming.

e qui potee scaricarlo.

giovedì 4 dicembre 2008

Butch - Papillon EP [GSR073]

Lavorone assurdo di Butch, che ci sforna un EP da urlo! molto elettronico e con suoni di quelli che ti fanno viaggiare per tutto il disco. Ascoltatevelo!









Anteprima:



Tracklist:

1. Butch - Amelie
2. Butch - Osiris
3. Butch - Gag Ball Roll
4. Butch - About This Time

Download:
[Badongo] Butch - Papillon EP